La ricorrenza di San Martino e i “traslochi” contadini

La ricorrenza di San Martino e i “traslochi” contadini

Alla fine del film, la famiglia di Batistì è costretta a lasciare in fretta la cascina a causa del taglio di uno degli alberi del padrone da parte dell’uomo.  
Tuttavia il trasferimento dei contadini non era affatto una cosa straordinaria, tanto che esisteva un giorno preciso dedicato a quelli che oggi chiamiamo “traslochi”l’11 novembre, ricorrenza di san Martino. Nel calendario rurale questa data segnava la cesura tra due annate agrarie successive. Per permettere alle famiglie contadine di trovare nuovi padroni i contratti venivano rescissi nel maggio precedente. “Fare il San Martino”nel gergo popolare era sinonimo di cambio di residenza, le cui modalità sono fedelmente rappresentate da Olmi: carri trainati da cavalli carichi di masserizie, attrezzi e animali. Generalmente erano spostamenti ridotti, nello stesso comune o, al più, tra paesi vicini.  
L’industrializzazione marca, insieme alla fine della civiltà contadina, anche quella del “San Martino”. L’unico retaggio è il giorno del Ringraziamento, con la benedizione delle macchine agricole e le offerte dei prodotti della terra alla Chiesa nella domenica più vicina ad esso. 

Scena tratta dal film: Batistì taglia l’albero del padrone e per questo motivo dovrà lasciare la cascina

Scena tratta dal film: la famiglia di Batistì è costretta a fare i preparativi e a lasciare la cascina

Scena tratta dal film: la famiglia di Batistì lascia la cascina