SEGNALI EXPERIMENTA – FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL TEATRO DI GRUPPO
“SEGNALI EXPERIMENTA – FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL TEATRO DI GRUPPO”
SI RICOMINCIA CON L’AUGURIO DI SEMPRE: “URGNANO. SE LO VIVI TE NE INNAMORI!”
Torna con dieci titoli, tra fine agosto e metà settembre, la seconda parte del Festival Internazionale del Teatro di Gruppo “Segnali Experimenta”. La manifestazione, promossa dal Laboratorio Teatro Officina in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Urgnano, la locale Pro Loco, e la Fondazione della Comunità Bergamasca onlus, giunge quest’anno alla sua trentaquattresima edizione. Su decisione comune sottotitoliamo, ancora una volta, la kermesse “Urgnano. Se lo vivi te ne innamori!” sottolineando con ciò le numerose opportunità e le considerevoli bellezze artistiche che il nostro territorio può offrire al visitatore.
Abbiamo scelto con forza di proseguire il cammino del Festival e di proporre anche quest’anno una corposa stagione teatrale che si confronta con la nuova epoca che stiamo vivendo, nel rispetto della sicurezza del pubblico, degli artisti e dei luoghi che ne saranno il palcoscenico. Una stagione teatrale tesa alla valorizzazione di spazi diversi e alternativi, sia nel nostro comune che nella vicina frazione di Basella. Una proposta, questa del 2022, che vuol essere una nuova riflessione critica e artistica sul legame culturale che può unire un teatro come il nostro al suo territorio e alla sua gente.
Ancora alla Rocca Albani – questa volta nel bellissimo Cortiletto Pensile – è la volta delle versioni finali di due readings teatrali: il primo, mercoledì 31 agosto, alle 21.30, è “THE UNDEAD – Il non morto” con Max Brembilla, su un adattamento del testo e la regia di Gianfranco Bergamini. Questa lettura-spettacolo è la libera trasposizione scenica del racconto horror “Oltre il fiume” di Peter Schuyler Miller, scrittore di fantascienza, attivo tra gli anni Trenta e gli inizi degli anni Cinquanta. Appassionato di culture precolombiane fu membro della New York State Archeological Association. Ma la sua vera passione fu la scrittura fantastica. Alcune sue opere hanno superato indenni l’esame del tempo e sono tutt’oggi considerate di grande valore letterario, nonostante siano state scritte oltre ottanta anni fa. Miller è noto, in particolar modo, per questo romanzo breve che presenta caratteristiche strutturali e narrative che lo rendono modernissimo. Si tratta di una storia orrorifica che narra la vicenda di un “revenant” vista dalla parte del vampiro stesso. Nella nostra libera riscrittura il testo viene raccontato in prima persona.
Il secondo, giovedì 1 settembre, ore 21.30, è “NINNA NANNA – Il mio racconto” su testi, regia e interpretazione di Gianfranco Bergamini. “I miei primi vent’anni – dice l’autore – esplicitati al galoppo in un racconto di settantacinque minuti, che pesca a piene mani nell’infanzia e nell’adolescenza fino alle soglie della maturità, facendo riferimento a quelle figure e situazioni che mi sono rimaste impresse nella memoria e che, ancora oggi, ricordo con tenera nostalgia.” Sono frammenti “da un possibile monologo” che hanno cercato una loro collocazione in tre precedenti esperimenti teatrali per tre e quattro attori. Oggi trovano nuova linfa in una narrazione pura – completata da due nuove storie – che non ricorre a supporti scenici di alcun genere. Tutto viene risolto con un tavolino, una sedia girevole, una lampada e una tisana allo zenzero.
“Un cortile. Una piazza. Gli anni sessanta, quelli settanta e un pochino degli ottanta. È la mia storia. La storia di una generazione. Amavamo i Beatles e i Rolling Stones diceva una canzone dell’epoca, io preferivo di gran lunga Bach e Chopin, a dover scegliere, la musica folk di Alan Stivell, il bardo celtico. Fino a dodici anni Charles Dickens mi mandava in deliquio, più tardi, in sentore di West Coast, Ginsberg e Kerouac erano i miei idoli (alla “sotterranea” Mardou dedicai la mia prima masturbazione intellettuale). Oggi guardo il tutto con misurata ironia, come se non mi appartenesse. Odio le confessioni ma “Ninna nanna” non è che questo: un palese disvelamento del mio “emorragico” esistere, una cosciente e amorosa adesione a ciò che è stato e all’insopprimibile voglia di parlarne. Ci sono io, ci sono il Gigi e la Giulia, i miei genitori, c’è la Mary, il Giorgio, l’Aldo fuori zucca, gli amici, l’Emidio, il mio primo amore, la casa, le suore, i sogni e le imposture, la voglia di andare e il desiderio di tornare, non fosse altro che per quel mezzo toscano con il resto di una golia di nonno Carlo. “Ninna nanna” per tutto questo! “Ninna nanna” per me, per voi, per il mondo intero! “Ninna nanna” per la voglia che ho di vivere e di raccontare! Perché così sto bene e non mi sento sprecato.”
Si passa nuovamente all’Auditorium Comunale di Urgnano, domenica 4 settembre alle 16.30, con lo spettacolo per famiglie “MOZTRI! – Inno all’infanzia” di Luna e GNAC Teatro, interpretato da Michele Eynard e Federica Molteni per la regia di Carmen Pellegrinelli. Questa è la storia di Tobia, un bambino di poche parole, che ama stare solo e soprattutto che ama disegnare mostri. Ma è anche la storia dei suoi genitori, Cinzia e Augusto, che si disperano per il fatto di avere un figlio così difficile. Tobia è un bambino che non riesce a concentrarsi, che fatica a prendersi delle responsabilità e che vive delle sue fantasie. Un bambino con un “punteggio basso”, secondo gli standard educativi della maestra. Ma Tobia è anche un bambino ricco e pieno di risorse che, attraverso i suoi disegni, ci apre le porte del suo mondo interiore e ci mostra la meraviglia del suo immaginario. Gaston Bachelard la chiama rêverie: la capacità immaginativa di abbandono alla fantasia e ai sogni ad occhi aperti. È una risorse dal grande valore conoscitivo e non un deficit di realtà. Riconoscere e concedere il tempo della rêverie a un bambino o a un ragazzo, non è cosa da poco, è una qualità della conoscenza che pochi adulti posseggono, una forma di fiducia e rispetto verso il farsi di un’identità che è dovuta. E allora: riuscirà Tobia a farsi capire dai grandi? Ci sono adulti che hanno voglia di ascoltare i sogni delle bambine e dei bambini? E come sarebbe il nostro mostro se Tobia ci mettesse una matita in mano? Uno spettacolo poetico, comico e originalissimo, capace di coinvolgere i bambini e commuovere gli adulti, per la sua forza e le domande che pone: quali aspettative abbiamo verso i nostri bambini? Queste aspettative tengono conto dei loro reali desideri? E quando si smette davvero di credere ai sogni?
Ancora al Parco della Rocca, venerdì 9 settembre, alle 21.30, ABC – Allegra Brigata Cinematica presenta “BLACKOUT – Nel meraviglioso mondo di Uoz (app)”, spettacolo di danza per le nuove generazioni, con Luca Citron e Federica Madeddu su coreografie di Serena Marossi. “Blackout” ci porta nell’immaginario mondo di Uoz (app), dove sono consentite solo relazioni virtuali; è una performance con due personaggi onirici, ognuno ingabbiato in un proprio, ipertrofico canale comunicativo: Pixel, si esprime solo tramite immagini, video e foto, non parla, non tocca, non sa ascoltare. Sonar, è la ragazza dai 1000 e zero volti, dalle 1000 immagini profilo che scorrono sul suo viso-tablet. Non ascolta veramente ciò che succede attorno a lei, è immersa nel mondo social, un personaggio grottesco, che vive e trasmette le sue emozioni solo attraverso emoticons, condivisioni e immagini. Nel loro diluvio di gesti sincopati e interazioni virtuali non riescono a costruire un discorso che davvero parli di loro. Il medium è il messaggio, finché un blackout generale, generato da un contatto fisico non consentito, spegne il loro mondo e li estromette dal sistema. Nel dover fare di necessità virtù, troveranno un nuovo e più autentico modo per relazionarsi al mondo che li circonda.
L’edizione 2022 del Festival si chiude, all’Auditorium Comunale di Urgnano, sabato 10 settembre, ore 21.30, con il grande teatro di ricerca di due personaggi mitici della scena contemporanea italiana, César Brie e Antonio Attisani, cui si aggiunge, per l’occasione Clara Danese. Il loro spettacolo titola “BOCCASCENA – Ovvero, le conseguenze dell’amor teatrale” ed è un “gioco teatrale” nato durante il primo lockdown 2020 in cui un vecchio attore e un vecchio operatore del teatro hanno deciso di dialogare insieme e di “perder tempo” – come direbbe la buona fatina di Pinocchio – e, giocando, hanno costruito un canovaccio teatrale in cui “il solito Gatto e la solita Volpe” raccontano la loro vita, il loro eterno desiderio di vita. Insieme al Gatto (Cesar Brie) e alla Volpe (Antonio Attisani) c’è anche un servo di scena. Tutti e tre percorrono i dieci momenti della “commediola” chiamata “Boccascena”, in cui emerge spesso il rischio di veder ingoiate le proprie vite personali in una storia collettiva. “L’esercizio della sincerità è la loro ultima recita, costellata di incidenti, una musica incostante nella quale affiorano le conseguenze dell’amore assoluto per un teatro popolato da mille personaggi ma soprattutto, in quest’ultimo passaggio, dal Gatto e la Volpe, l’anziana coppia che vorrebbe giustiziare simbolicamente quel Pinocchio diventato il “bravo bambino” che nella realtà storica ha invece vinto. La scombinata narrazione procede per salti e cadute, da un’allegra antipatia iniziale all’ultima uscita di scena, con uno sconsolato matrimonio.”
Gli ingressi al Festival “Segnali Experimenta” sono gratuiti. I posti disponibili sono 100 per gli spettacoli e 60 per i readings.
La prenotazione è obbligatoria.
PER VISUALIZZARE LA LOCANDINA E LE SCHEDE DEGLI SPETTACOLI CLICCA QUI
Per informazioni e prenotazioni:
Laboratorio Teatro Officina – tel. 035 891878 – cell. 340 4994795
– email. laboratorioteatrofficina@gmail.com – sito web. www.laboratorioteatrofficina.it.
In caso di pioggia gli spettacoli saranno spostati presso l’Auditorium Comunale (Scuola Media) di Urgnano.