Santuario Santa Maria della croce

La costruzione del Tempio, iniziata nel 1490 e terminata nel 1500, fu eseguita su progetto dell’architetto lodigiano Giovanni Battagio o Battaglio, valente discepolo e collaboratore del Bramante. Il Battagio dirigeva i lavori ancora nel 1493, quando, per sopravvenuti disaccordi con i committenti, abbandonò la costruzione, che doveva già essere arrivata in corrispondenza delle bifore illuminanti l’interno. Si dice che il Battagio si ispirasse nel progetto al fatto del Cerchio Luminoso (vedi nella Storia); si dice inoltre che il Battagio, quando interruppe la sua prestazione, abbia distrutto anche il suo progetto.

Al Battagio subentrò l’ingegnere cremasco Giovanni Antonio Montanaro, che completò l’opera inserendovi elementi del tardo gotico, specialmente nell’ultimo ordine a gallerie e nella copertura a cono ribassato. Evidentemente il Montanaro non aveva né la valentia né l’estro del Battagio; tuttavia, la sua opera, stilisticamente difforme, dona grazia e gaiezza al corpo cilindrico della costruzione.

L’esterno del Tempio è rotondo e risulta fasciato da quattro ordini sovrapposti. Le fasce dei primi due ordini collegano e saldavo plasticamente i quattro bracci della croce al corpo centrale.

L’interno è composto da una vasta sala ottagonale con quattro nicchie inserite come altari nella muratura e quattro bracci di croce a pianta quadrata aperti ad arco nella muratura. L’effetto di equilibrio e di armonia tra il vano centrale e gli spazi laterali fa di questo Tempio uno dei più importanti documenti architettonici del primo rinascimento lombardo, fiorito sulle ricerche del Filarete e del Bramante.

Nel 1904 l’arch. Emilio Gussalli e il Sen. Luca Beltrami procedettero a dei vasti restauri, coprendo all’esterno i quattro bracci con cupole di rame. Lavori così rilevanti furono possibili grazie ai fondi lasciati dal parrocchiano Sac. Prof. Filippo Samanni. La copertura in rame era nel progetto del Battagio?

Esisteva questa copertura fino a Napoleone, il quale l’avrebbe requisita? Pare improbabile, ma il quesito rimane tuttora insoluto. In una inedita raccolta di notizie dal 1810 al 1865, fatta dal Cancelliere Vescovile prof. Vincenzo Barbati, si legge che verso la metà dell’800 si pensava di sostituire le tettoie con cupole di rame o zinco «a compiere, giusto il disegno, la insigne opera dei nostri antenati».

È comunque certo che all’inizio del 1900 i quattro bracci erano coperti da tettoie con coppi. Le dimensioni del Tempio sono le seguenti: m. 35 di larghezza, m. 35 di altezza della cupola maggiore, m. 15 di altezza delle cupole minori.

Lo Scurolo è stato ricavato, si dice, nel luogo esatto dell’Apparizione. Il Tempio è Monumento Nazionale.

Della decorazione originale non si ha notizia; probabilmente venne distrutta quando, nel XVI secolo, il Santuario fu trasformato in fortezza, gli ingressi furono murati e le cappelle riempite di terra, sassi e legname. Quella attuale risale al 1702 e fu opera dei fratelli Giovanni Battista e Gerolamo Grandi in collaborazione con Giacomo Parravicino.

È tipicamente barocca, ad effetto; rivela grandiosità e abilità, senza eccessivi appesantimenti. Arioso e ben congegnato è l’affresco della cupola maggiore rappresentate il Trionfo della Croce; l’affresco del grande cornicione presenta una sequenza di profeti con medaglioni che illustrano la vita di S. Teresa d’Avila, riformatrice dei Carmelitani; gli affreschi delle tre mezze lune del braccio verso nord rappresentano il Faraone sommerso, Mosè che fa scaturire l’acqua dalla rupe, il serpente di bronzo; l’affresco dello Scurolo rappresenta il trionfo di Caterina della Uberti con la Madonna. Sono dei fratelli Giuseppe e Giovanni Torricelli (1762) gli affreschi delle mezze lune del braccio orientale e rappresentano Davide e Golia, Davide con l’Arca, Assalonne trafitto da Ioab. Nella cupola verso nord il cremasco Eugenio Giuseppe Conti affrescò nel 1898 il riposo della S. Famiglia e nella cupola verso sud il cremasco Angelo Bacchetta affrescò nel 1870 la Madonna in gloria. Gli stucchi e le dorature degli altari laterali sono probabilmente del 1771 e del 1786.

All’interno si possono ammirare:

  • Pala dell’Altar Maggiore: preziosissima e splendida tavola di Benedetto Rusconi detto Diana (1460-circa-1525). Era stata commissionata a Venezia dall’ex-Podestà Bernardo Barbarigo per la Cappella Podestarile di Crema. Fu invece donata dalla stessa Comunità di Crema all’erigendo Santuario il 31 maggio 1490. Rappresenta la Madonna Assunta. Misura m. 2,50 di altezza per m. 1,95 di larghezza.
  • Pale degli Altari laterali: la tela della Natività è di Antonio Campi (1575); la tela della Deposizione è di Bernardino Campi (1575) ; la tela dell’Adorazione dei Magi è pure di Bernardino Campi (1576) ; la tela della Veronica è di autore ignoto (sec. XVI?).
  • Mezze lune dello Scurolo: sono otto te le del Parravicino (sec. XVIII) e illustrano la storia del Delitto, dell’Apparizione, della morte di Caterina, dei Miracoli.
  • Nel Battistero: tela secentesca del cremasco Tommaso Pombioli.
  • In Sacrestia: elegante tela raffigurante la S. Famiglia. Di autore ignoto.
  • I quattro altari laterali in marmo risalgono al 1784 e sono opera del bergamasco Michele Ferata.
  • Nello Scurolo c’è un bellissimo altare in marmo bianco scolpito da V. Vela. Curioso è l’errore di rappresentare Caterina con amputata la mano sinistra invece di quella destra: questo errore c’era anche nella statua della grande Nicchia, nel timbro parrocchiale e in un grande medaglione di ottone. Chissà perché, quando tutti i documenti antichi non lasciano dubbi che si trattasse della mano destra! Forse per ragioni estetiche? Comunque, l’errore nella statua della grande Nicchia fu corretto durante le opere di restauro e abbellimento eseguite tra il 1838 e il 1859. Tra queste opere va ricordato l’ornamento ad arabeschi di legno dorato della grande Nicchia, il restauro ad opera del cremasco Giovanni Signorini del quadro miracoloso in terracotta, la costruzione in marmo del davanzale della Nicchia con la seguente epigrafe: «Solum Virginis Mariae Pe-dibus Attactum III Non. Apr. An. MCCCCXC Misericordiae Fungendae Caussa Sacrum Esto» (cioè: Suolo toccato dai piedi del¬la Vergine Maria il 3 aprile 1490 sacro per effondere misericordia). Sempre nello Scurolo si trova la bellissima vetrata fatta dal ipilanese G. Bertini (1849) e che rappresenta l’Apparizione; discreta è l’altra vetrata parallela, eseguita dalla Ditta Scolari di Milano (1921) in sostituzione di quella originale distrutta dopo la Prima guerra mondiale quando furono fatti esplodere sulle rive del fiume Serio residuati di guerra. Per questa stessa ragione andarono distrutte anche le vetrate della cupola maggiore, che erano state rifatte negli anni 1856 e 1859. Dopo l’assedio del 1514, all’ingresso dello Scurolo furono posti un architrave e due lesene in marmo con bassorilievi e con incisa la sigla L. P. e la data 1517.
  • Una bellissima Madonnina in terracotta, attribuita ad Agostino Fondulo, che stava nel timpano dell’ingresso principale, si trova dal 1961 al Museo Civico di Crema.
  • Nel 1958 vennero inaugurate pregevoli opere studiate e curate dal parrocchiano archi-tetto Amos Edallo, nativo di Castelleone 0 L’Altar Maggiore. È prezioso per marmi, bronzi e dorature; è elegantissimo per forma. La bellissima urna si trovava nella Cat-tedrale di Crema e venne rimossa durante i restauri della Cattedrale stessa. Al centro spicca un ovale di lapislazzoli. Il tabernacolo, della fine del 700, è in bronzo dorato e di stile neoclassico corinzio, con colonnine binate, statuette degli Evangelisti, un bassorilievo sulla porticina e un Cristo Risorto al vertice della graziosissima cupoletta. Questo tabernacolo pervenne al Santuario, tramite i Carmelitani Scalzi, da una Basilica di Costantinopoli.
  • Gli Amboni. Inseriti opportunamente a lato delle rampe dell’Altar Maggiore, sono di un bel marmo rosso a segmenti verticali; sono sorretti da due robusti capitelli cin-quecenteschi di stile corinzio e, al centro, mostrano due bassorilievi in sbalzo su rame ad opera del bergamasco Luigi Guerinoni.
  • Il Battistero. È di marmo a forma poligonale, sormontato da un coperchio in rame con simboli a sbalzo, realizzati dallo stesso L. Guerinoni.

 

Nel Tempio coesistono le linee architettoniche del primo Rinascimento Lombardo con una decorazione barocca e con opere del primo e del medio novecento.

DOVE: Piazza Giovanni Paolo II, Crema CR.

INFORMAZIONI TURISTICHE

Orari
Apertura Basilica:
Tutti i giorni dalle 7:00 alle 19:00
Messe Feriali: 8:30 e 18:00
Messe Festive: 8:00, 10:30 e 18:00

Apertura Ufficio Parrocchiale
Da lunedì a venerdì ore 16:00 – 18:00

Tel. Ufficio e Cancelleria : 0373 259597
Per fissare visite di gruppo contattare il santuario: santamariadellacroce.crema@gmail.com

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