LA MADONNA DELLE LACRIME

La città di Treviglio, in diocesi di Milano e provincia di Bergamo, custodisce un magnifico Santuario dedicato alla Madonna delle Lacrime, frutto della fede generosa e riconoscente di una popolazione religiosissima che sente di dovere la propria salvezza ad un intervento prodigioso della Vergine.

Nella prima metà del 1500 la Lombardia fa le spese delle lotte tra Francesco I, re di Francia, e Carlo V, imperatore di Germania, che vuole impadronirsi dei possedimenti francesi in Lombardia. Luogotenente del re di Francia, a Milano, è il maresciallo Lautrec, definito dagli scrittori del tempo “più duro del diamante, più crudo della tigre, più saldo dello scoglio”. I Francesi sono costretti a ritirarsi a Como, e di là, per Lecco e Bergamo, a Cremona. Treviglio ritorna sotto il ducato degli Sforza. Alcuni abitanti di Treviglio, aizzati da un certo Giovanni Landriano, della fazione favorevole agli imperiali, insidiano a più riprese le truppe francesi in ritirata, per cui il generale Lautrec ordina la distruzione della città, anche come avvertimento per gli altri paesi Il 27 febbraio 1522 giunge a Treviglio la notizia che Lautrec muove da Cremona con l’intenzione di saccheggiare e distruggere la città. Sono inutili tutti i tentativi di mediazione da parte dei Consoli e del Clero.

La popolazione, perduta ogni speranza umana, pone tutta la sua fiducia in Dio e nella Vergine Maria: le chiese si affollano, si veglia tutta la notte in preghiera. All’alba del 28 febbraio la città si desta gravata da un silenzio funereo, rotto solo da singhiozzi di disperazione.

Improvvisamente una voce si diffonde per ogni contrada, accolta da grande emozione: “Miracolo! Miracolo! L’immagine della Vergine in S. Agostino piange e suda!”.

Che cosa è successo?

Verso le ore 8 di quel venerdì 28 febbraio 1522, l’Immagine della Madonna dipinta sul muro della chiesa di S. Agostino, annessa al monastero delle Agostiniane, incomincia a spargere abbondantissime lacrime dagli occhi e sudore da tutto il corpo. Alcune donne, più vicine all’Immagine, sentendo delle gocce cadere, pensano che piova, ma dalla finestra il cielo appare sereno e lo stillicidio è abbondante.

Inoltre, il muro accanto all’immagine è perfettamente asciutto.

Tra la meraviglia e la commozione generale, si constata che gli occhi della Madonna versano lacrime e che tutto il corpo è cosparso di abbondante sudore. Si grida al miracolo, si accorre da ogni parte!

I soldati francesi constatano il fatto e, profondamente impressionati, ne informano Lautrec che, a cavallo, giunge subito presso la chiesa di S. Agostino, vi entra e constata che l’Immagine della Madonna è velata di lacrime e di sudore, mentre rimane perfettamente asciutta quella del Bambino, come pure il muro circostante. In preda a grande commozione, piega il ginocchio davanti alla Vergine, tenta egli stesso di asciugare con dei panni quel pianto, ma le lacrime ricompaiono, ed il prodigio continua per sei ore consecutive. Tutta la città esulta di gioia, ed il generale Lautrec, impressionatissimo, assicura gli abitanti di Treviglio del suo perdono. Le campane della città suonano a festa, tutti esultano!

Il generale e gran parte degli ufficiali, in ginocchio, depongono ai piedi della Madonna le armi, le corazze ed i superbi cimieri.

La città riconoscente ha innalzato alla Vergine un magnifico Santuario, vero monumento di fede e di arte, frutto dell’amore degli abitanti di Treviglio a Maria.

E la protezione della Madonna su Treviglio si è manifestata nel corso della storia in tante altre occasioni. Il 14 giugno 1617, alla presenza del card. Federico Borromeo, la miracolosa Immagine della Madonna delle Lacrime viene trasferita dalla chiesa di S. Agostino nel nuovo Santuario.

La data del 28 febbraio non è dimenticata, ed ancora oggi è vissuta con grande fede e devozione. Quella mattina, le campane tacciono, come il Venerdì Santo; la gente si raccoglie silenziosa nel Santuario a pregare davanti all’Immagine della Madonna, coperta da un velo. Quando dalla torre scoccano le ore otto, si sciolgono tutte le campane della città in un festoso e lungo concerto, cala la tela che copre il volto di Maria e la gioia di tutti esplode nel canto di ringraziamento.